
Su National Geographic di ottobre, c'è questo interessantissimo articolo sui biocarburanti. Sono analizzati tutti i metodi di produzione principali, dal mais alla canna da zucchero, dalla cellulosa alle alghe. Le ricerche stanno cercando di spostarsi su produzioni di etanolo più efficienti utilizzando gli scarti dei prodotti alimentari, più che gli alimenti stessi. I vantaggi sono molteplici, dal ridurre la dipendenza dal petrolio prodotto da stati instabili, a una riduzione dell'anidride carbonica rilasciata nell'atmosfera in confronto a quella rilasciata dai combustibili fossili, a un nuovo incentivo all'agricoltura.
Speriamo che come al solito l'Italia non perda il treno dell'innovazione e di una nuova svolta ecologica.
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