
Il vecchio senatore Frassati, fondatore della Stampa, aveva una sua ricetta per la buona conduzione di un giornale: in prima pagina un articolo di fondo contro il governo, in terza pagina un pezzo di una firma autorevole e anche ben pagata, che forse pochi avrebbero letto ma dava prestigio, e poi molta cronaca nera. Su un caso, vedi il processo Murri, il cui figlio aveva ucciso il cognato, andarono avanti mesi. (dalla prefazione di "Montanelli e il Cavaliere," di Marco Travaglio)
Il libro costituisce il documentatissimo racconto degli ultimi anni di vita del grande giornalista e del suo travagliato rapporto con Berlusconi.
Travaglio, attraverso un'accurata selezione degli scritti di Montanelli e di altri giornalisti, ricostruisce le vicende della cacciata del direttore dal Giornale che aveva fondato vent'anni prima, dell'esperimento de La Voce, e degli scritti successivi pubblicati sul Corriere della sera.
Ho trovato il libro un po' ripetitivo in alcune parti, ma mi ha fatto rivalutare tantissimo Montanelli e l'esempio che ha dato agli altri giornalisti italiani. Peccato veramente che non sia ancora fra noi a mettere in luce quello che sta accadendo.
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