29/06/09

La danza del gabbiano

Fu verso le cinco del matino che non ce la fici cchiù a ristarisinni corcato coll'occhi sbarracati a taliare il soffitto.
Era 'na cosa che gli era principiata con le vicchiaglie: di solito, passata la mezzanotti, si stinnichiava a letto, liggiva 'na mezzorata, appena che la vista accomenzava a fargli pupi pupi chiuiva il libro, astutava la luci del commodino, pigliava la posizioni giusta... [da "La danza del gabbiano" di Andrea Camilleri]

Fazio è irreperibile. Montalbano darà il tutto per tutto per trovare il poliziotto e amico, che senza di lui si sente perso.

I libri in vacanza sono più belli? Quando si ha più tempo a disposizione e si possono impiegare ore consecutive ad immergersi nella vicenda, senza interruzioni sul più bello, sicuramente la lettura ne è avantaggiata. Però anche la scelta del libro da leggere ha influito, fidandomi dell'autore ero quasi certa che la lettura ne sarebbe risultata piacevole.
Dopo questa premessa posso dirvi che "La danza del gabbiano" mi è sembrato uno dei migliori della serie con protagonista Montalbano.
E per fortuna Livia si toglie di torno all'inizio del racconto. Mi spiace, ma questo personaggio e il suo rapporto con Salvo non lo sopporto proprio più.
Salvo, lasciami un po' della caponatina preparata da Adelina :-P

21/06/09

Come foglie


E’ piovuto il caldo
Ha squarciato il cielo
Dicono sia colpa di un’estate come non mai
Piove e intanto penso
Ha quest’acqua un senso
Parla di un rumore
Prima del silenzio e poi…
E’ un inverno che va via da noi
Allora come spieghi
Questa maledetta nostalgia
Di tremare come foglie e poi
Di cadere al tappeto?

D’estate muoio un po’
Aspetto che ritorni l’illusione
Di un’estate che non so…
Quando arriva e quando parte,
Se riparte?

E’ arrivato il tempo
Di lasciare spazio
A chi dice che di spazio
E tempo non ne ho dato mai
Seguo il sesto senso
Della pioggia il vento
Che mi porti dritta
Dritta a te
Che freddo sentirai
E’ un inverno che è già via da noi
Allora come spieghi
Questa maledetta nostalgia?
Di tremare come foglie e poi
Di cadere al tappeto?

D’estate muoio un po’
Aspetto che ritorni l’illusione
Di un’estate che non so…
Quando arriva e quando parte,
Se riparte?

E’ un inverno che è già via da noi
Allora come spieghi
Questa maledetta nostalgia?
Di tremare come foglie e poi
Di cadere al tappeto

D’estate muoio un po’
Aspetto che ritorni l’illusione
Di un’estate che non so…
Quando arriva e quando parte,
Se riparte?

E’ arrivato il tempo
Di lasciare spazio
A chi dice che di tempo
E spazio non ne ho
Dato mai

10/06/09

Torino 2° giorno

Rieccomi per la seconda puntata... (macchè ferie!)

La domenica, dopo aver gustato la colazione e pagato l'esoso parcheggio dell'hotel, ci siamo diretti a Venaria Reale attraversando il centro, poiché essendo un festivo c'era pochissimo traffico. La reggia è ben segnalata e quindi siamo arrivati al parcheggio giusto, quello delle scuderie Juvarriane sede della mostra "Egitto I tesori sommersi". Nonostante fosse prestino, c'era già tantissima folla ma ciò non ci ha tolto il gusto della mostra, che aveva un allestimento strepitoso fatto di luci particolari, suoni e "scaffali" (è riduttivo definirli così ma non trovo altra parola) molto particolari. Solo per farvi un esempio, una delle sale si chiamava "Onde" e gli oggetti erano posti all'interno di strutture ondulate racchiusi da teli traforati bianchi che lasciavano vedere l'interno!
Vista la mostra ci siamo diretti a saccheggiare il bookshop come mio solito, e poi ci siam diretti a visitare la villa che tanto col gran bordello che c'era non controllavano gli orari d'ingresso.
Della villa si visitano solo il piano interrato e il primo piano ma già così l'estensione è immensa. Le stanza sono quasi tutte spoglie e ancora stan lavorando per ricreare tapezzerie del colore originale. Soffitti, stucchi e quadri son stati ripristinati in molte stanze. Ma l'ambiente più strepitoso è certamente la Galleria Grande, una sala lunga ben 77 metri in cui la luce è padrona.
Qui una bella foto che ho trovato in rete.

Finita la villa abbiamo iniziato a girare per i giardini, giusto giusto all'ora di massimo calore e quindi abbiam fatto abbastanza presto. Le piante sono ancora giovani, quindi non c'è molta ombra. Meritano comunque, e stan facendo un lavorone a riportarli ai disegni originali.
Dopo un panino veloce, visto che era presto per tornare a casa, ci siamo diretti a Rivoli a visitare il castello, uno dei più antichi abitato dai Savoia, ora sede di un museo d'arte contemporanea. Il castello a prima vista sembra mezzo distrutto, ma è solo un'impressione, poichè è stato restaurato magnificamente ed è rimasto diviso in due parti. La cosiddetta "Manica Lunga", un lunghissimo edificio di tre piani sede di libreria, sala convegni, cafetteria che ospita le mostre temporanee e l'edificio vero e proprio con le stanze reali e le collezioni permanenti. Con la ristrutturazione, all'ultimo piano dell'edificio principale han creato una passerella di alluminio e vetro lunga alcuni metri che è sospesa nel vuoto, e fa impressione camminarci dentro, ma aiuta ad ammirare tutto il complesso.
Questa visita al castello mi è piaciuta molto ed essendo su una collinetta, domina tutta la vallata fino al centro città da cui dista circa 12 chilometri cui è collegato da un'impressionante vialone drittissimo.