07/02/11

Il mondo alla fine del mondo

Chiamatemi Ismaele… chiamatemi Ismaele…
Mormorai varie volte la frase, mentre aspettavo all’aeroporto di Amburgo, e sentii che una strana forza dava sempre maggior peso ai pochi fogli del biglietto, un peso che aumentava con l’avvicinarsi dell’ora della partenza. Avevo superato il primo controllo e passeggiavo nella sala d’imbarco aggrappato al bagaglio a mano. Dentro c’erano poche cose: una macchina fotografica, un taccuino e un libro di Bruce Chatwin, In Patagonia. Ho sempre detestato chi fa righe o scrive annotazioni sui libri, ma quello era pieno di sottolineature e di segni esclamativi aumentati nel corso delle tre letture. (da "Il mondo alla fine del mondo" di Luis Sepulveda)

Il 16 giugno del 1988 in un'agenzia giornalistica di Amburgo, legata a Greenpeace, arriva un inquietante fax dal Cile. Secondo il messaggio, la nave giapponese, Nishin Maru, ha perso diciotto marinai, insieme a un numero imprecisato di feriti, e ha subito gravi danni. Il giornalista che riceve il fax, esule dal Cile, suo paese d'origine, per motivi politici, decide di tornare a casa e dedicarsi al caso della Nishin Maru. Durante le indagini giunge alla conclusione che la baleniera, ufficialmente demolita a Timor, stava in realtà praticando illegalmente la caccia ai cetacei nei mari australi. (da Ibs)

Questo piccolo libretto del 1989 è il secondo romanzo pubblicato da Sepulveda. Ho letto altri libri di questo insolito scrittore, ma tutti molti anni fa. Quest'anno ho messo in programma di leggere tutti gli altri che possiedo, cronologicamente, e non potevo iniziare meglio. Ci si appassiona subito alla storia, fino al finale che ovviamente non posso rivelarvi.

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