18/07/08

Il casellante

Il treno a scartamento ridotto che si partiva dalla stazioni nica nica di Vigàta-Cannelle diretto a Castellovitrano, ultimo paìsi sirvuto dalla linea, ci mittiva chiossà di 'na mezza jornata per arrivari a distinazioni, dato che le firmate previste erano quasi 'na vintina, a non considerari quelle impreviste dovute a traversamenti di mannare di crape e pecori opuro a qualiche vacca che pinsava bono d'addrummiscirisi 'n mezzo alle rotaie. ("Il casellante" di Andrea Cammilleri)

Nino fa il casellante e abita con la moglie in un casello isolato vicino alla costa vigatese. Per andare in paese ha a disposizione un carrello azionato a pedali che può mettere sui binari quando nessun treno passeggeri, merci o militare passa. Tutte le domeniche Nino, bravissimo col mandolino, tiene un concertino con un amico nel salone del barbiere di Vigàta, ma una sera, accusato ingiustamente di offendere il fascismo suonando inni fascisti modificati,viene imprigionato. Nelle stesse ore, al casello, accade l'irreparabile.

Anche questo racconto è ambientato in Sicilia durante il fascismo, proprio alla vigilia dello sbarco degli Americani. Il protagonista, il casellante Nino, è contornato da una serie di personaggi minori, ma che contribuiscono all'istantanea dell'epoca.
Bella trama, mi è piaciuto di più che Maruzza Musumeci a cui si può paragonare per il tema della "metamorfosi", come ci fa notare l'autore nelle note finali.

2 commenti:

razza75 ha detto...

ma sei in ferie o sei sommersa dal lavoro che non posti da un mese?

razza75 ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.