10/09/10

La caccia al tesoro

Che Gregorio Palmisano e sò soro Caterina erano pirsone chiesastre fin dalla prima gioventù, era cosa cognita in tutto il paisi. Non si pirdivano 'na funzioni matutina o sirali, 'na santa missa, un vespiro, e certi volte annavano in chiesa macari senza un pirchì, sulo se ne avevano gana. Il liggero profumo di 'ncenso che stagnava nell'aria doppo la missa e l'aduri delle cira delle cannile era per i Palmisano meglio del sciauro del ragù per uno che non mangiava da deci jorni. (da "La caccia al tesoro" di Andrea Camilleri)

Un torpore inerte ha invaso il commissariato di Vigàta: un tedio strascicato. Ammortisce pure il trallerallera di Catarella, che adesso incespica tra rebus e cruciverba. Montalbano legge un romanzo di Simenon, e distratto va sfogliando una vecchia annata della "Domenica del Corriere": al telefono continua il dai e ridai querulo e molesto della suscettibile fidanzata, lontana sempre, lontanissima. Eppure un diversivo c'era stato. Due anziani bigotti, fratello e sorella, a furia di preterìe e giaculatorie, avevano rincappellato pazzia sopra pazzia. La loro demenza era arrivata al fanatismo delle armi. E la sceriffata santa aveva lasciato sul campo uno strumento di passioni tristi e appassite: una bambola gonfiabile, disfatta dall'uso; una di quelle pupazze maritabili che (diceva Gadda) tu le "basci, e ci piangi sopra, e speri icchè tu voi. E, fornito il bascio, te tu la disenfi e riforbisci e ripieghi e riponi, come una camiscia stirata". Un'altra bambola gemella, ugualmente disfatta, ma data per cadavere di giovane seviziata, era stata trovata poi in un cassonetto della spazzatura, in via Brancati. Sembrò una stravaganza. (da IBS)

Ho letto molti commenti negativi a questo romanzo di altri lettori, ma a me invece quest'ultimo libro con Montalbano è piaciuto molto.
E' diviso in tre parti: una piccola parte iniziale dal ritmo velocissimo, una parte centrale dal ritmo molto lento e una finale, ancora dal ritmo serratissimo. Leggendo le prime due parti, sembrano libri completamente differenti, tanto sono diversi! Poi nel gran finale tutto i pezzetti del puzzle trovano la loro collocazione.
In questo romanzo non penso proprio che lo scopo di Camilleri sia di sfidare il lettore ad indovinare l'assassino, che invece s'indovina subito per i pochi personaggi presenti, ma di entrare nella sua psiche e in quella di Montalbano quando capisce come si sono svolti i fatti.

2 commenti:

valerius ha detto...

Spero che tu lo abbia letto sul tuo splendido Notebook

Erica ha detto...

Ovvio :-)
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