13/01/09

Il gioco dell'angelo

Uno scrittore non dimentica mai la prima volta che accetta qualche moneta o un elogio in cambio di una storia. Non dimentica mai la prima volta che avverte nel sangue il dolce veleno della vanità e crede che, se riuscità a nascondere a tutti la sua mancanza di talento, il sogno della letteratura potrà dargli un tetto sulla testa, un piatto caldo alla fine della giornata e soprattuttto quanto più desidera: il suo nome stampato su un miserabile pezzo di carta che vivrà sicuramente più a lungo di lui. Uno scrittore è condannato a ricordare quell'istante, perché a quel punto è già perduto e la sua anima ha ormai un prezzo. (da "Il gioco dell'angelo" di Carlos Ruiz Zafon)

David Martin ha sempre desiderato diventare scrittore, vedere il suo nome pubblicato. La madre lo ha abbandonato da piccolo, il padre, un soldato tornato dalla guerra nelle Filippine senza un soldo, è sempre ubriaco e lo picchia. David si rifugia nei libri, che legge di nascosto perchè il padre li detesta. Non avendo soldi, David non può comprarli. Conosce un libraio di buon cuore che glieli presta e ne diventa amico.

Questo è il riassunto delle primissime pagine di questo romanzo che mi è piaciuto molto. L'ho letto in un periodo di ferie, quindi me lo son potuto gustare in santa pace. Il mix di storia reale e fantastica non mi ha disturbato e nemmeno la trama un po' complicata, forse proprio perchè l'ho letto nel giro di pochi giorni.
Mi piace il modo di raccontare di Ruiz Zafon. Fra i due libri che ho letto di questo autore ho preferito "L'ombra del vento", ma anche "Il gioco dell'angelo" penso faccia parte della categoria di libri che se ti prendono, ti portano a immergerti completamente nella lettura.

1 commento:

razza75 ha detto...

sono contento che ti sia piaciuto.
Personalmente, come sai, l'ho apprezzato meno del precedente, perchè il finale mi pare un po' tirato via.