29/04/09

Il sonaglio

Alla prima duminica del misi di fivraro del primo anno che il seculo novo era ancora un agnidruzzo che non arrinisciva a tinirisi addritta supra alle sù gamme, capitò che le dù campani della chiesa matrici si misero a sonari alla dispirata che manco erano le quattro del matino. (da "Il sonaglio" di Andrea Camilleri")

La famiglia di Giurlà abita a Vigata ed è povera. Il padre fa il pescatore assieme ad un socio e ricavano quando appena basta per sopravvivere. Dopo un temporale, la barca viene distrutta e tutta la famiglia s'impegna a guadagnarsi da vivere. Giurlà viene così mandato a pascolare le capre di un ricco marchese. All'inizio si sente veramente spaesato, lui ragazzo di mare a vivere in montagna, ma vi si abitua presto tanto che non riesce più a stare a Vigata. Si lega alla solitudine, alla vita semplice e a una capra che gli si è affezzionata come un cagnolino, che lui battezza Beba.

Il libro appartiene alla trilogia della metamorfosi assieme a "Maruzza Musumeci" e "Il casellante".
La prima parte del primo capitolo è slegato del resto, sembra appiccicato lì solo per far sapere che la famiglia di Giurlà tiene al figlio tanto da non mandarlo in miniera.
Questo ultimo libro l'ho trovato abbastanza noioso, in tutto il racconto accadono pochissimi fatti significativi. Camilleri in alcuni dei suoi ultimi libri sembra ossessionato dal sesso e in questo è presente in abbondanza.
"Il sonaglio" è anche di più difficile lettura perché contiene ancora più espressioni dialettali dei precedenti.

Nessun commento: