13/09/08

Brucia Troia

Quando, esattamente, tutto fosse cominciato, non lo sapeva nessuno: chi conosceva il brefotrofio dei Chreubini, e la Pia Missione di Maria Assunta in Cielo, in cima a quella strada attorcigliata a ricciolo, sapeva soltanto che se n'era cominciato a parlare poco dopo la fine della guerra, come della Coca-Cola o del boogie-woogie, e lo stesso valeva anche per padre Spartaco, che era bruno di pelle ed era stato missionario in Eritrea. Nè si potrà mai sapere chi sia stata la prima madre a depositare il suo bambino davanti alla porta della missione, quando, di preciso, lo abbia fatto, o perché, nè chi sia stata la prima vecchia ad arrampicarsi fin lassù, seguendo quale istinto, per assistere alle prediche del sacerdote e cominciare ad adorarlo. (da "Brucia Troia" di Sandro Veronesi)

Tra gli anni cinquanta e gli anni sessanta, nel cuore della provincia italiana, si svolge la vicenda raccontata in questo nuovo romanzo di Sandro Veronesi. In scena, due mondi diversi ma paralleli. Da una parte il Cantiere, un degradato fazzoletto di terra abitato dai "brutti, sporchi e cattivi" che sopravvivono al margine del boom economico: qui si rifugerà Salvatore, ragazzino scappato dal brefotrofio dei Cherubini, qui troverà i suoi maestri nel vecchio Omero e in Miccina, e in seguito anche un compagno-allievo nel Pampa, bambino solitario e selvaggio della sua stessa stirpe segnata. Dall'altra, i trovatelli del brefotrofio, dominati da padre Spartaco, ex missionario integralista con un'idea fissa: costruire tra gli olivi un leggendario monumento psichedelico, tutto ingranaggi e tubi al neon, innalzato in lode alla Vergine Maria per "resistere al progresso che tenta di umiliarla". Nel mezzo, lo scroscio borghese della modernità, al quale tutti i personaggi di questa antisaga sono disperatamente estranei; e sarà proprio nel fatidico 1970, l'anno-chiave dell'epopea dello sviluppo, che essi, tutti, verranno consegnati al proprio destino di vittime sacrificali. (da IBS)

Ho scoperto da poco questo autore, raccomandatissimo da un'amica e devo dire che il suo stile mi piace molto. Questo è il primo libro di Veronesi che leggo e mi ha colpito sia per la trama che per le atmosfere dei due luoghi dove si svolge la vicenda. In rete, fra i commenti di molti lettori, ho visto giudizi negativi su questo libro, ma a me è piaciuto. Se vi incuriosisce il titolo, Veronesi è stato ispirato dall'omonima canzone di Vinicio Capossela.

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