Week-end trascorso all'insegna di due film sul Vietnam: venerdì ho visto finalmente "Apocalypse now redux" (porcaccia la miseria ho scordato di programmarne la registrazione) e terminato ieri sera con Platoon, l'altrettanto famoso film di Oliver Stone dell'86, vincitore di quattro premi Oscar, con Tom Berenger, Willem Dafoe, Charlie Sheen e Forrest Witaker per citare i più famosi.
Il soldato Taylor (Charlie Sheen) è uno dei novellini della compagnia Bravo che combatte in Vietnam: ha lasciato il college e si è arruolato volontario per verificare che solo i più poveri si arruolano, senza rendersi conto dell'inferno in cui va a cacciarsi. Assisterà e parteciperà all'alienazione, alla violenza, alla trasformazione degli uomini in mostri, sorretti dall'odio contro i musi gialli e contro se stessi. E' epica la lotta fra due superiori della compagnia, lo spietato sergente Bob Barnes (Tom Berenger) contro l'umano sergente Elias Grodin (Willem Dafoe).
Che dire, un film da vedere. E' molto diverso dalla "poesia" di "Apocalypse now" di cui vi ho già parlato della versione uscita nelle sale in un precedente post. Qui la guerra è quella vera del primo tempo di "Salvate il soldato Ryan". Oliver Stone è stato realmente in Vietnam e ha scritto il film al suo ritorno, ispirandosi ai soldati conosciuti durante la sua esperienza.
I singoli personaggi rimangono impressi: le personalità dei due sergenti che si scontrano duramente, il capitano novellino che non è in grado di dare ordini, la fratellanza dei soldati di colore, la droga per fuggire dall'orrore della realtà, il conteggio alla rovescia dei giorni che mancano al congedo per poter resistere.
L'eroismo, la vigliaccheria, il coraggio, la paura, la crudeltà, la giustizia son tutti presenti.
Il soldato Taylor (Charlie Sheen) è uno dei novellini della compagnia Bravo che combatte in Vietnam: ha lasciato il college e si è arruolato volontario per verificare che solo i più poveri si arruolano, senza rendersi conto dell'inferno in cui va a cacciarsi. Assisterà e parteciperà all'alienazione, alla violenza, alla trasformazione degli uomini in mostri, sorretti dall'odio contro i musi gialli e contro se stessi. E' epica la lotta fra due superiori della compagnia, lo spietato sergente Bob Barnes (Tom Berenger) contro l'umano sergente Elias Grodin (Willem Dafoe).
Che dire, un film da vedere. E' molto diverso dalla "poesia" di "Apocalypse now" di cui vi ho già parlato della versione uscita nelle sale in un precedente post. Qui la guerra è quella vera del primo tempo di "Salvate il soldato Ryan". Oliver Stone è stato realmente in Vietnam e ha scritto il film al suo ritorno, ispirandosi ai soldati conosciuti durante la sua esperienza.
I singoli personaggi rimangono impressi: le personalità dei due sergenti che si scontrano duramente, il capitano novellino che non è in grado di dare ordini, la fratellanza dei soldati di colore, la droga per fuggire dall'orrore della realtà, il conteggio alla rovescia dei giorni che mancano al congedo per poter resistere.
L'eroismo, la vigliaccheria, il coraggio, la paura, la crudeltà, la giustizia son tutti presenti.
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